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25/11/2024 by Oliveru
L'Italia è famosa in tutto il mondo non solo per la sua gastronomia e il suo patrimonio culturale, ma anche per la ricchezza della sua frutticoltura. Insieme alle mele, le pere italiane sono una componente essenziale della nostra economia. In questo articolo esploreremo alcune delle varietà più conosciute di pere italiane, le loro caratteristiche e i luoghi in cui sono coltivate.
Indice
Un po’di storia e botanica
Dove viene coltivata la pera in Italia
Varietà di pere italiane
La pera è uno dei frutti più antichi della storia. La pera, che appartiene alla stessa famiglia della mela, ha origini in Asia centrale, da dove si diffonde poi in Grecia, Italia, nello specifico a Roma, e Cina. Gli antichi Greci amavano molto questo frutto. Lo sappiamo perché Teofrasto, nel 300 a.C. circa, ne descrisse i procedimenti di coltivazione, innesto e impollinazione incrociata. Tre secoli più tardi, a Roma, la pera viene citata anche da Plinio il Vecchio, nella sua enciclopedia Naturalis historia, opera in cui l’autore ne elenca ben 41 varietà diverse e ne elogia le qualità nutrizionali. A partire dal Medioevo le pere si diffusero in Francia e in Italia. È noto che re Luigi XIV, il Re Sole in persona, andasse letteralmente pazzo per questi frutti. Con il passare dei secoli, la pera si diffuse presto in tutta Europa. Attualmente si coltivano circa 3000 varietà conosciute di pere in tutto il mondo, suddivise in varietà europee a buccia verde o rosa e orientali a polpa più soda. In particolare in Italia, il clima e il terreno favorevoli la resero un frutto ideale da coltivare.
Botanicamente parlando, la pera appartiene genere Pyrus ed è un falso frutto, come la mela, la fragola, il fico, il gelso e il lampone. Esistono numerose specie di pere, ma quelle più comunemente coltivate in Italia appartengono principalmente alla specie Pyrus communis, la pera comune. L’albero di pero è caratterizzato da foglie ovali e fiori bianchi a forma di coppa che fioriscono in primavera. Le peculiari caratteristiche climatiche e del suolo italiane hanno portato, nel corso degli anni, alla creazione di varietà regionali uniche, ognuna con le sue peculiarità di sapore, forma e colore.
L'Italia è uno dei maggiori produttori di pere, e di frutta in generale, in Europa. Il nostro Paese ha un clima favorevole e una varietà di terreni che lo rendono ideale per la coltivazione di diverse specie di frutta. Le pere italiane, in particolare, sono molto apprezzate sia sul mercato nazionale che internazionale e l'Italia è tra i principali esportatori di questo frutto. Oltre alle pere, l'Italia è anche famosa per la produzione di mele, uva, agrumi e altre tipologie di frutta. Le regioni come Emilia-Romagna, Piemonte e Trentino-Alto Adige sono conosciute per la loro produzione di frutta di alta qualità. La frutticoltura è un settore importante per l'economia agricola italiana e contribuisce significativamente all'export del Paese.
Le regioni principali dove si coltivano la maggior parte delle pere in Italia sono l'Emilia-Romagna, il Veneto, la Lombardia e il Piemonte. Questi territori, grazie alle loro particolari condizioni climatiche e alla tradizione agricola, forniscono un ambiente favorevole per la crescita di diverse varietà di pere.
Come detto, le varietà di pere italiane sono tantissime. La pera Williams, o Bartlett com’è meglio conosciuta all’estero, è stata selezionata in Inghilterra alla fine del XVIII secolo ed è la più coltivata in Italia e nel mondo. In Italia la regione con la più alta produzione di Williams è l’Emilia-Romagna, seguita dal Veneto e dal Trentino-Alto Adige. Di forma rotonda, ha buccia sottile e polpa succosa, usata per la preparazione di sciroppi, succhi e liquori. L’Emilia-Romagna è famosa anche per una varietà una varietà regionale tutta sua: la Pera dell'Emilia, dolce e succosa a marchio IGP (Indicazione geografica protetta). In Emilia Romagna si coltivano il 70% delle pere italiane, tra cui la francese Abate Fétel, detta comunemente abate, che nel 1998 ha ottenuto il marchio IGP. Questa pera ha forma allungata, buccia liscia e sottile, colore simil ruggine e sapore dolce lievemente acidulo. Le pere abate sono mature tra settembre e ottobre. Coltivata In Italia dalla metà del Novecento, nell’area della Pianura Padana, è la pera Conference IGP, una varietà inglese di forma allungata, buccia giallo marrone, polpa bianca, morbida e dolce. Il frutto matura a fine estate tra la metà e la fine di settembre. Altre pere coltivate in Emilia-Romagna sono la pera nobile, la pera cocomerina originaria dell’Appennino romagnolo, la pera Avallo tipica delle zone montane e a maturazione invernale.
Tipicamente italiana, buccia verde giallo, rossa nella parte esposta all’insolazione, di piccole dimensioni, polpa bianca, dolce e succosa è la pera Coscia. Si coltiva in Sicilia, nella zona dell’Etna, e nella provincia di Firenze e matura a fine luglio. È detta anche coscia di monaca. Sempre in Toscana, in provincia di Siena, nel territorio compreso tra il Monte Amiata e la Val d’Orcia, si coltiva la pera piccola del Monte Amiata, una varietà autoctona, tonda e dalle dimensioni particolarmente ridotte. L’habitat limitrofo dove l’albero cresce la rende davvero unica nel panorama italiano. Originaria della Basilicata è la pera signora, o in dialetto lucano signura, coltivata nella Valle del Sinni e riconosciuta presizio Slow food. Questa piccola pera rischia oggi l’estinzione.
Altre varietà regionali sono la Madernassa, una varietà piemontese da cuocere, presidio Slow food e prodotto tradizionale piemontese (P.A.T.). I frutti maturano in autunno inoltrato tra ottobre e novembre, di colore verde giallo con sfumature che vanno dal rosso al marrone, il sapore è dolce. Questa pera si coltiva sugli Appennini Piemontesi e Lombardi, nello specifico nelle colline di Cuneo e dell’Oltrtepò Pavese. Altra cultivar di pera piemontese da cuocere è la Martin Sec, Slow food e prodotto tradizionale piemontese (P.A.T.). Mentre nell’Oltrepò Mantovano, in provincia di Mantova, si coltiva la per Mantovana IGP.
La diversità di pere italiane non solo rende il paesaggio frutticolo variegato, ma dà anche la possibilità ai consumatori di assaporare diverse esperienze gustative a seconda della stagione e della varietà. La prossima volta che deciderete di gustarne una, ricordate che state assaporando non solo un frutto, ma un pezzo di storia italiana.