Bienvenido a Oliveru!
03/10/2022 by Oliveru
C’è un borgo nel cuore verde della Toscana, dove le colline del Mugello segnano il confine con l’Emilia-Romagna, conosciuto come ‘’la città dei coltelli’’. Il suo nome è Scarperia e i suoi coltelli sono conosciuti e apprezzati in Italia e all’estero.
Forse non abbastanza nota, Scarperia è un borgo italiano famoso per la produzione artigianale di coltelli, lame e ferri taglienti, un tempo utili al lavoro nei campi. Tra Firenze e le colline del Mugello, il centro storico è situato alle pendici degli Appennini, dove comincia la strada che da Firenze portava a Bologna. È detta la ‘’città dei coltelli’’ e visitarla è un tuffo nel passato che disvela antiche tradizioni artigiane e gastronomiche.
Fondata nel 1306 dalla Repubblica Fiorentina, Scarperia nasce come cittadella fortificata con il semplice scopo di difesa e controllo del territorio: mura e torri dovevano difendere Firenze dai nemici provenienti da nord. Nella provincia di Firenze, nel Mugello, tra le colline e le file di cipressi, Scarperia sorgeva nei pressi dell’unica strada esistente che conduceva fino a Bologna. Il suo nome è legato alla sua posizione geografica ai piedi del versante adriatico dell’Appennino Tosco-Emiliano e deriva da scarpa, nel senso di scarpata, pendio. Appena fuori dal centro abitato è il Passo del Giogo, dove le colline della Romagna toscana segnano la fine della valle del Mugello. Le strade antiche erano luoghi attraversati da viaggiatori, commercianti e pellegrini e talvolta luoghi strategici in cui sorgevano centri abitati e piccoli borghi. Avere un coltello per un viaggiatore del Trecento poteva fare la differenza tra la vita e la morte nel viaggio attraverso le foreste appenniniche.
Da avamposto militare, Castel San Barnaba si trasforma in un palazzo signorile del Quattrocento e diventa la sede del Vicariato. Palazzo dei Vicari si trova nella piazza principale ed era la residenza dell’autorità locale, il vicario, nominato dalla Repubblica Fiorentina per amministrare i territori fuori Firenze. La facciata del palazzo è decorata da numerosi stemmi nobiliari delle famiglie che vi hanno abitato. Al suo interno si trova il Museo dei Ferri Taglienti, una visita è d’obbligo per conoscere la storia dell’artigianato locale: l’arte della coltelleria.
Il borgo toscano è oggi unito al comune di San Piero a Sieve, che insieme formano il nuovo comune di Scarperia e San Piero.
I maestri artigiani di Scarperia erano famosi non solo per i coltelli, ma anche per le armi e gli attrezzi agricoli tanto che la lavorazione dei ferri taglienti diventa l’attività economica principale del borgo. Il mestiere del coltellinaio coinvolgeva tutti gli abitanti. Motivo per cui attorno alla bottega dell’artigiano ruotavano i giovani, che aiutavano nei lavori meno pesanti e imparavano il mestiere, e le donne, che mettevano in movimento la grande mola destinata all’arrotatura delle lame. Dal 1990, una parte dell’itinerario museale prevede l’esperienza diretta del visitatore in uno spazio espositivo separato, un antico laboratorio di taglio del centro storico. Nella Bottega del Coltellinaio è possibile partecipare alla lavorazione artigianale del coltello con metodologie tradizionali. L’invito è quello di sedersi al tavolo di lavoro dell’artigiano per ‘’fare’’ e scoprire l’emozione di lavorare con le mani.
La parola ‘’artigiano’’ viene da arte e, dove l’arte si fa con le mani, identifica anche il mestiere di figure specifiche, maestri, in questo caso coltellinai.
A Scarperia, come anche in alcune regioni dell’Italia centrale e meridionale, il coltello era un oggetto di dono che si scambiavano i fidanzati. L’innamorato offriva simbolicamente se stesso porgendo il coltello dalla parte del manico e tenendo la lama verso di sé. Sulle lame venivano incisi per sempre nomi e giuramenti d’amore. Il manico del coltello era realizzato in legno o in corno ed era una sorta di oggetto magico contro il malocchio. Gli occhielli intarsiati in osso bianco, i cosiddetti ‘’occhi di dado’’, vegliavano sulla persona amata tenendo lontani gli sguardi invidiosi delle donne ‘’da marito’’ non ancora sposate. In Toscana erano superstiziosi!
I tempi sono cambiati oggi, ma le antiche usanze e gli oggetti rivivono grazie al lavoro di intere generazioni di artigiani che hanno saputo mantenere viva la tradizione dell’arte che si fa con le mani e al contempo innovarsi affermandosi maestri del design internazionale. Una volta c’erano più di 400 coltellerie in tutta Scarperia. Ora si contano sulle dita di una mano. Tuttavia, la produzione artigianale dei coltelli e la lavorazione delle lame ha raggiunto livelli di eccellenza altissimi, in primis nella produzione dei coltelli da tasca e dei coltelli da cucina. Ogni pezzo è realizzato a mano da design artigiani specializzati di Scarperia. Per questo motivo, ciascun coltello è unico.
Se non siete mai stati a Scarperia, il nostro consiglio per visitare questo angolo di Toscana è in occasione di alcune festività locali:
Approfittate e chiedete alla gente del luogo quali sono i piatti tipici mugellani. Si sa che in Toscana molti piatti sono a base di selvaggina, ma anche tra polenta, funghi, tartufo e zuppe rustiche di pane e legumi c’è l’imbarazzo della scelta. Se vi trovate qui in autunno i tortelli con ripieno di castagne sono un piatto assolutamente da assaggiare. Inoltre, nel Mugello si produce un buonissimo Pecorino Toscano DOP da piccoli produttori della zona. Chiudete il pasto in bellezza con il liquore Gemma d’Abeto, dal sapore aromatico e dolce, prodotto dai frati del convento di Monte Senario.