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23/01/2023 by Oliveru
Mandorle dolcissime, nocciole dal sapore elegante, noci dalla forma di cervello. Adatta agli spuntini e in cucina, la frutta secca è l’ingrediente comune di dolci, pasticcini e biscotti e di molti piatti salati. Quella italiana è una delle produzioni di frutta secca più amata al mondo.
Indice
Frutta a guscio e semi oleaginosi
Definizioni botaniche
Produzione italiana
Mandorle italiane
Pistacchio italiano
Noci italiane
Nocciole italiane
Di frutta a guscio e semi si nutrivano i nostri antenati cacciatori-raccoglitori 780.000 anni fa. Plinio il Vecchio, naturalista romano del I secolo, fu uno dei primi a scrivere di questo cibo antichissimo. Nei suoi testi si legge che la quercia era ‘’l’albero che per primo produsse cibo per l’umano mortale’’. Lo confermano le tracce nei siti archeologici di tutto il mondo, anche in Italia, soprattutto di nocciole e ghiande. Oggi l’Italia ha una varietà regionale di frutta secca conosciuta in tutto il mondo.
Con l’espressione frutta secca si indica un insieme di frutta guscio e semi commestibili e ricchissimi di nutrienti energizzanti, grassi, carboidrati, proteine e fibre, in quantità variabile a seconda delle varietà. La frutta secca è un alimento indispensabile per integrare i minerali di cui il nostro organismo ha bisogno: contiene potassio, fosforo, rame, zinco, sale, ferro, vitamine del gruppo B ed E. Fanno parte di questo gruppo alimentare mandorle, noci, nocciole, arachidi, pinoli, pistacchi, anacardi noci pecan, noci di macadamia. Sono una fonte di grassi sani, quelli buoni, e omega 3, contengono proteine, tanta fibra e vitamine. Inoltre, l’elevato apporto calorico dato dai grassi (più del 50%) e l’alto contenuto di fibre povere di zuccheri favoriscono sazietà a lungo. I suoi preziosi nutrienti sono utili per la lotta al colesterolo e migliorano le funzioni cardiache prevenendo le malattie cardiovascolari. Ecco perché la frutta secca fa bene alla salute e andrebbe consumata tutti i giorni, non solo una volta all’anno durante le feste natalizie o all’interno di qualche dolce o barretta energetica. Bastano 30 grammi al giorno in totale per sopperire al fabbisogno quotidiano in una dieta bilanciata. Nella piramide degli alimenti mediterranea questa categoria alimentare si trova infatti alla base.
I semi oleaginosi hanno praticamente le stesse proprietà della frutta a guscio. Anch’essi sono ricchi di grassi, proteine e fibre. I più comuni sono i semi di sesamo, di zucca, di girasole, di lino, di papavero, di canapa e di chia. Insieme alla frutta a guscio, sono una delle più ricche fonti di acidi grassi e omega 3 che contrastano il colesterolo, prevengono le malattie cardiovascolari e hanno un’azione antinfiammatoria.
Partiamo dalle definizioni. Dal punto di vista della classificazione botanica dei frutti, la frutta a guscio si divide in 4 categorie:
La noce, nel senso comune della parola, indica altri frutti dal guscio duro, come per esempio le mandorle, le nocciole, le castagne e così via, i quali hanno con la noce qualche analogia di forma o di consistenza.
I frutti dell’albero del noce sono frutti secchi rotondi ricoperti da un involucro spesso di colore verde e da un guscio duro dalla superficie solcata da una serie di piccolissime fitte ondulazioni. All’interno del guscio si trova il gheriglio, il seme che impropriamente chiamiamo frutto, dalla forma di cervello. L’albero appartiene al genere Juglans; la specie più coltivata è il noce comune (Juglans regia) originaria dell’Asia centrale. Il nome Juglans deriva da quello del dio romano Jupiter, Giove, e dalla parola latina glans che significa ghianda.
L’Italia è tra i paesi produttori di frutta secca più importanti al mondo. Nella nostra penisola la produzione di frutta secca Made in Italy è un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale: dalle nocciole piemontesi alle mandorle siciliane, dai pinoli toscani alle noci di Sorrento. Vediamo insieme quali sono i tipi di frutta a guscio e semi che si producono in Italia e quando la frutta secca è di stagione.
In Italia la coltivazione di mandorle è diffusa per lo più in Puglia e in Sicilia. In Puglia le mandorle caratterizzano il paesaggio dell’Alta murgia, tra Altamura, gravina, Toritto, Cassano delle Murge, Grumo Appula. Tra le tante troviamo la varietà dolce Tuono e la dolcissima mandorla Filippo Cea di Toritto. Le varietà di mandorle che crescono in Sicilia sono davvero tantissime. Per citarne alcune: Tuono, Pizzuta, Genco, Ferragnes, Vinciatutti, Romana, Fascionello, Giardinello, Cavalera, Don Pitrino, Nivera. Ma ce ne sono molte altre. Le cultivar Pizzuta, Fascionello e Romana coltivate nella zona di Avola, compresa tra le province di Siracusa e Ragusa rientrano nella denominazione mandorla di Avola. Senza dubbio è la più famosa mandorla siciliana. La mandorla di Avola è tutelata dall’omonimo marchio collettivo, registrato in base al Decreto Legislativo n° 30/2005, possiede un logo grafico e un Regolamento contente una serie di disposizioni che devono essere seguite e rispettate per la coltivazione di questa mandorla.
La raccolta delle mandorle avviene alla fine dell’estate, quando le mandorle aprono il mallo. I mesi sono quelli di agosto e settembre, prima della vendemmia dell’uva e del vino.
Il più celebre è senza dubbio il Pistacchio verde di Bronte DOP prodotto nella piccola cittadina siciliana di Bronte, in provincia di Catania, e che per i suoi abitanti la rappresenta una fonte economica importante. Per il suo alto valore commerciale è detto infatti oro verde. Da non confondere con gli altri pistacchi siciliani, che differiscono da quello verde di Bronte per forma, colore, sapore e, da ultimo ma non meno importante, denominazione di origine.
La raccolta del pistacchio avviene ogni 2 anni tra la fine di agosto e gli inizi di settembre.
L’uomo le conosce fin dal Neolitico ed erano il frutto preferito da Greci e Romani. Stiamo parlando delle noci. Quelle di Sorrento rappresentano la varietà più pregiata in Italia, col nome di ‘’Noci della penisola sorrentina’’ sono anche Presidio Slow Food. Rispetto alle noci più comuni vengono raccolte a mano da fresche, quando il mallo è ancora verde e il guscio è poco rugoso, di colore chiaro e ancora umido, tenero e sottile. Il loro sapore è fragrante ed intenso. Praticata da sempre in Veneto è la coltivazione della meno nota Noce Veneta Lara, dal sapore più dolce e delicato. Le noci non sono tutte uguali. La differenza sta nella qualità dei grassi. Rispetto alle noci del Brasile e alle noci di macadamia, le noci italiane hanno più omega 3 e più proteine.
Grandi protagoniste dell’autunno sono proprio le noci, la cui raccolta si esegue da settembre a fine ottobre.
La Nocciola Tonda Gentile IGP si caratterizza per la sua dolcezza, il profumo e la percezione di aromi fruttati più forti rispetto alle altre nocciole comuni ed è uno dei prodotti simbolo dell’agricoltura piemontese. Le colline delle Langhe, Roero e del Monferrato, tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo, nel basso Piemonte, sono la zona produttiva per eccellenza di questo frutto. Ed ecco una nocciola rotonda, liscia e piena, dal profumo intenso con sentori di fiori, frutta secca e miele. Altri nomi ufficiali con cui è conosciuta sono Nocciola Tonda Gentile Tribolata e Nocciola Piemonte. Altra regione italiana produttrice di nocciole è la Campania. Le migliori si coltivano nell’area di Giffoni (Nocciola Tonda di Giffoni IGP) e Avella.
La stagione della raccolta delle nocciole è l’autunno. Da fine agosto a ottobre compaiono i primi grappoli di nocciole.