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27/06/2022 by Oliveru
DOP, IGP, SGT e molte altre. Dietro a ognuna di queste denominazioni si cela una storia, tradizione e trasmissione di un sapere antico legato ai territori delle nostre regioni. Ecco gli strumenti che tutelano i prodotti agroalimentari italiani in Italia e nel mondo, capaci di esprimere e comunicare la cultura del cibo.
In questo articolo parliamo di certificazioni dei prodotti agricoli o alimentari e della denominazione di origine dei vini. Ma soprattutto di quanto per il nostro Paese il cibo sia un patrimonio sia produttivo che culturale da conoscere e tutelare. L’Italia è il Paese europeo con il più alto numero di prodotti agroalimentari e vitivinicoli a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione Europea. È infatti Bruxelles a riconoscere ufficialmente le denominazioni. Attualmente i prodotti che rendono il territorio italiano e il suo patrimonio enogastronomico unico al mondo sono 838.
Denominazioni di qualità
Le denominazioni DOP, IGT e SGT sono marchi italiani che tutelano non solo la qualità dei prodotti agroalimentari originari di un determinato luogo, regione o paese, ma ne salvaguardano anche i metodi di produzione preservando nel tempo il gusto e cultura del cibo. Inoltre, forniscono al consumatore informazioni chiare sulle caratteristiche e le specificità dei prodotti. Avere una gamma diversificata di prodotti di qualità è ciò che conferisce valore aggiunto all’economia del nostro Paese. Oggi le denominazioni ufficialmente riconosciute sono uniformate a livello europeo e prevedono riconoscimenti DOP e IGP anche a Paesi terzi, ovvero extra europei. Qualsiasi prodotto italiano o europeo con denominazione o indicazione protetta possiede un disciplinare di produzione approvato con decreto ministeriale.
DOP – Denominazione di Origine Protetta
DOP è l’acronimo di Denominazione di Origine Protetta. È un marchio conferito dall’Unione Europea e indica una denominazione d’origine. I prodotti alimentari o agricoli che si fregiano del marchio DOP sono tipici di una determinata zona geografica di pregio. In questa zona avvengono le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione dei prodotti. La qualità di questi alimenti dipende esclusivamente ed essenzialmente dalla zona di origine: dal territorio in cui sono stati prodotti, dal clima e dalle tecniche agricole impiegate, che conferiscono loro caratteristiche peculiari riconosciute in tutto il mondo. I prodotti italiani a marchio DOP sono 578 di cui 170 prodotti agroalimentari e 408 vini.
Per riconoscere un prodotto DOP basta guardare il simbolo che deve essere applicato per legge in etichetta. Il marchio è di colore giallo e rosso.
IGP – Indicazione Geografica Protetta
IGP è invece l’acronimo di Indicazione Geografica Protetta. Il marchio viene applicato su prodotti agricoli e alimentari che possiedono una particolare qualità, reputazione o altra caratteristica peculiare. Anche il marchio IGP prevede un’indicazione di origine geografica, ma non che tutte le fasi di produzione e lavorazione si svolgano nella zona di origine. Il marchio IGP tutela le ricette e i processi produttivi che caratterizzano un certo prodotto tipico regionale italiano. I prodotti italiani riconosciuti come IGP sono in tutto 257 divisi tra 139 prodotti agroalimentari e 118 vini.
I colori che contraddistinguono il marchio IGP sono il giallo e il blu.
STG – Specialità Tradizionale Garantita
STG sono le iniziali di Specialità Tradizionale Garantita. I prodotti che riportano questo marchio sono realizzati con metodi di produzione tradizionali o secondo una ricetta tipica, a prescindere dalla zona geografica di produzione. Ciò che conta sono le materie prime e gli ingredienti usati tradizionalmente. Perché un prodotto sia considerato tradizionale deve esistere da almeno vent’anni. Le Specialità Tradizionali Garantite riconosciute sono per esempio la mozzarella, la pizza napoletana e l’amatriciana tradizionale.
In etichetta il marchio STG è giallo e blu.
Denominazioni di origine dei vini
DOC e DOCG sono marchi italiani che si usano in enologia per certificare vini di qualità e l’origine controllata, insomma prodotti dai nomi importanti dal fascino internazionale rinomati proprio per la loro zona d’origine. I vini DOC e DOCG sono vini di alta qualità prodotti in determinate zone geografiche nel rispetto di un disciplinare di produzione. Nel 2010 la normativa italiana delle denominazioni di origine si è uniformata a quella europea. Oggi entrambi i marchi rientrano nella categoria comunitaria DOP.
DOC sta per Denominazione di Origine Controllata e quello che il marchio certifica è la zona di origine e della raccolta delle uve impiegate per la produzione di vino. Il marchio nasce negli anni Cinquanta su proposta dell’allora Ministero dell’Agricoltura. Del corposo elenco dei vini DOC italiani fanno parte anche il Passito di Pantelleria e il Marsala.
DOCG – Denominazione di Origine Controllata Garantita
DOCG è la sigla di Denominazione di Origine Controllata Garantita, un marchio che indica l’origine controllata di un vino. Ci sono due modi per denominare in etichetta i vini DOCG. Un primo modo è quello di indicare semplicemente il nome geografico di una zona viticola, l’altro è specificare il nome storico del vino e la zona in cui questo viene prodotto. Qualche esempio aiuterà a capire. Il Barolo è un vino che si produce nell’omonima località in provincia di Cuneo, ma sull’etichetta nome del vino e zona di produzione coincidono. Lo stesso vale per il Carmignano, in provincia di Prato. Nel caso del vino Nobile di Montepulciano, è stato invece adottato il secondo modo. Attenzione a non confondere il Montepulciano d’Abruzzo, che ha la denominazione DOC, con il rosso toscano in provincia di Siena. Pur avendo (quasi) lo stesso nome, con la DOCG, la differenza sta nella zona geografica.
I vini DOCG suddivisi per regione sono 77.